Natale nell’Antica Roma: Saturnalia, banchetti e sapori

Quando pensiamo al Natale immaginiamo luci, presepi, cene in famiglia e regali sotto l’albero. Nell’Antica Roma, però, l’evento che occupava lo stesso periodo dell’anno non era il Natale così come lo conosciamo oggi, ma i Saturnalia: una festa dal carattere popolare e “ribaltante” che univa religione, convivialità e licenza sociale. In questo articolo vedremo somiglianze e differenze tra le due ricorrenze e scopriremo i piatti e i sapori che animavano le tavole durante i Saturnalia.

Saturnalia: quando, come e perché

I Saturnalia erano feste in onore del dio Saturno, originariamente celebrate il 17 dicembre nel calendario romano e poi progressivamente prolungate fino al 23 dicembre in epoca imperiale, fino a diventare un periodo di festeggiamenti che poteva durare una settimana. La festività comprendeva una cerimonia pubblica al Tempio di Saturno nel Foro, seguita da banchetti privati, scambi di doni e un’atmosfera di festa generale.

Una caratteristica distintiva dei Saturnalia era la sospensione delle norme sociali: si praticava una sorta di “rovesciamento” simbolico dei ruoli (i padroni servivano gli schiavi a tavola), era permesso il gioco d’azzardo in pubblico e si diffondeva una spensieratezza che ricordava l’ideale mitico dell’età dell’oro. Questo elemento di inversione sociale influenzò, nei secoli, anche altre feste e tradizioni europee.

Saturnalia vs Natale: similitudini e differenze

Similitudini

  • Periodo dell’anno e convivialità: entrambe le ricorrenze cadono nel cuore dell’inverno (dicembre) e si caratterizzano per la centralità del banchetto, del ritrovo famigliare e dello scambio di regali o doni. Durante i Saturnalia esisteva la pratica dello scambio di piccoli doni (come le sigilla del giorno di Sigillaria), un tratto che ricorda chiaramente lo scambio di regali natalizi.
  • Decorazioni e simboli di luce: anche se con significati diversi, sia le feste pagane che le feste cristiane usarono elementi decorativi per contrastare il buio invernale (ghirlande, luci, sempreverdi).

Differenze

  • Origine religiosa e significato: i Saturnalia erano una festa pagana legata all’agricoltura e al culto di Saturno; il Natale è una festa cristiana che celebra la nascita di Gesù. L’intento religioso, il simbolismo e le pratiche liturgiche sono quindi profondamente diversi.
  • Carattere sociale: mentre il Natale (nelle sue forme moderne) promuove valori come la carità e la famiglia, i Saturnalia enfatizzavano la rottura temporanea delle gerarchie sociali, il caos rituale e l’allegoria della libertà. Dove il Natale tende a istituzionalizzarsi (messe, riti), i Saturnalia erano una festa più “popolare” e disinibita. 

Cosa si mangiava ai Saturnalia? I piatti e gli ingredienti più popolari

I Saturnalia erano sinonimo di abbondanza: le fonti antiche e le ricostruzioni moderne ci parlano di banchetti ricchi, con carni, salumi, dolci e vino aromatizzato. Ecco una panoramica delle specialità che più ricorrono nelle testimonianze storiche e nelle ricette tratte da testi antichi (come Apicio) e ricerche moderne.

Carni, salumi e piatti ricchi

Tra le carni, maiale arrosto, prosciutti e spalle salate erano molto apprezzati; nei banchetti potevano comparire anche lucanica (salsicce), capretti e piatti a base di pollame. Alcune ricette di Apicio e ricostruzioni moderne suggeriscono preparazioni elaborate con salse dolci-speziate.

Legumi e cibi del popolo

Per la parte “plebea” della festa, i legumi (fave, ceci, lenticchie) costituivano un alimento fondamentale, economico ma sostanzioso, spesso preparato in zuppe o stufati. Anche il formaggio e il pane avevano un ruolo centrale nelle tavole comuni.

Dolci e leccornie (dulcia)

I Romani amavano i dolci: alle tavole dei Saturnalia non mancavano dulcia (dolcetti), frutta secca, miele e prodotti fritti o caramellati. Alcune ricette ricostruite includono mustacei (dolcetti al mosto), frutta secca e dolci fritti che oggi potremmo associare alle nostre leccornie invernali.

Bevande: mulsum e vino speziato

Il mulsum, vino addolcito con miele, era una bevanda tipica dei banchetti romani e probabilmente molto consumata durante i Saturnalia. Il vino veniva spesso aromatizzato o mescolato con spezie e miele per le occasioni festive. 

Regali commestibili e specialità locali

Le fonti riportano anche lo scambio di prodotti alimentari come formaggi, dolci e frutta secca come doni. In alcuni casi, i padroni offrivano regali agli schiavi: questo aspetto della generosità rituale affiancava l’elemento della sospensione delle gerarchie.

Perché conoscere i Saturnalia oggi? Un patrimonio di convivialità

Studiare i Saturnalia non significa “sostituire” il Natale, ma capire le radici culturali che hanno attraversato l’Europa: molte pratiche festive, dalla decorazione con sempreverdi allo scambio di doni, hanno paralleli nei riti pagani di fine anno. Comprendere questi legami arricchisce la nostra esperienza culturale e gastronomica, rendendo più ricco il modo in cui raccontiamo le feste e i piatti che le accompagnano.

Se vuoi assaggiare la Roma delle feste, tra ricette antiche rivisitate e sapori di stagione, vieni a trovarci al Ragno D’Oro, nel cuore del quartiere Prati.
Prenota ora il tuo tavolo per dicembre e vivi l’atmosfera festiva insieme a noi!