Granita di caffè: dalla Sicilia al cuore di Roma

Le origini Come è nata la granita di caffè e come si è diffusa? La granita al caffè è un dessert rinfrescante che affonda le sue radici in Sicilia, ma è stato influenzato dalla tradizione araba della Sharbat, una bevanda ghiacciata aromatizzata, preparata con succhi di frutta, fiori e acqua di rose, che veniva mescolata con neve o ghiaccio tritato. In origine, la granita era una preparazione molto rudimentale, simile alla grattachecca romana: ghiaccio tritato grossolanamente e aromatizzato. Già nel Medioevo, in Sicilia, esisteva una figura chiave: il nivarolo. Durante i rigidi inverni, questi uomini raccoglievano la neve sui monti, dall’Etna ai Nebrodi, per poi stoccarla nelle neviere: veri e propri frigoriferi naturali, scavati nei monti o costruiti con materiali isolanti. Con l’arrivo dell’estate, la neve veniva trasportata a valle, soprattutto nelle zone costiere, dove era particolarmente apprezzata. Lì, veniva grattugiata per ottenere una granita fine e rinfrescante. Questo metodo fino al primo Novecento era diffuso con il nome di “rattata” (grattata), come la grattachecca, che poi ha dato il nome alla grattachecca, termine utilizzato a Roma. Intorno al XVI secolo, però, è stata utilizzata una tecnica di raffreddamento più sofisticata, introdotta dal mondo arabo. Un semplice contenitore di legno, il pozzetto, veniva riempito di una miscela refrigerante a base di sale marino e neve. Al centro, un secchio di zinco conteneva una miscela da congelare. Ruotando una manovella, si manteneva in movimento la miscela, favorendone il congelamento uniforme.  Con l’introduzione del caffè in Italia dai commercianti veneziani sempre nel XVI secolo, l’idea di una granita al caffè iniziava a farsi strada tra le innovazioni culinarie dell’epoca.  Così, nella calda Sicilia, dove la granita al limone era già popolare, è nata l’idea di utilizzare il caffè come base per una granita, unendolo allo zucchero e ghiaccio tritato, fino a ottenere una consistenza granulosa, ma uniforme. Il risultato? Una bevanda gelata, perfetta per affrontare le torride giornate estive. Oggi la granita viene servita in bicchieri trasparenti, spesso con una generosa dose di panna montata fresca, per renderla più gustosa e contrastare il sapore intenso del caffè. La diffusione in Italia Questo dessert ha iniziato a diffondersi in tutta Italia, diventando particolarmente popolare a Roma.  La granita al caffè è apparsa nei menu delle caffetterie romane probabilmente già nel XVIII secolo, quando i caffè erano luoghi di incontro per artisti, intellettuali e cittadini comuni. Tuttavia, è soprattutto, negli anni ’60 e ’70, che la granita al caffè con panna è diventata un simbolo della dolce vita romana, servita in caffetterie storiche come il Caffè Greco in via Condotti 86, o Tazza d’Oro in via degli Orfani 84 (Pantheon), frequentate da celebrità e personaggi della cultura. Curiosità: crema di caffè vs granita di caffè Oltre alla granita al caffè, a Roma si è diffuso un altro dolce simile: la crema di caffè. A differenza della granita, la crema di caffè è più densa e vellutata, preparata con caffè espresso, zucchero e panna, il tutto montato fino a ottenere una consistenza soffice. Anche se relativamente recente rispetto alla granita, la crema di caffè ha rapidamente guadagnato popolarità a Roma, diventando una piacevole alternativa estiva al classico espresso. Tradizione e sapori genuini Ammettiamolo, i dolci tipici romani sono caratterizzati da una semplicità che esalta la genuinità degli ingredienti e continuano a essere amati da generazioni. Oltre alla granita al caffè, troviamo il classico maritozzo con la panna, il tiramisu, la crostata di ricotta e visciole e molti altri! Questi dessert, che continuano a essere preparati e amati nelle case e nelle pasticcerie della città, testimoniano l’attaccamento alla tradizione e il piacere che i romani traggono dai sapori autentici. Oggi, gustare uno di questi dolci significa fare un tuffo nel passato, assaporando al contempo l’intramontabile fascino della semplicità. Anche al Ragno d’Oro potrai trovare una varietà di dolci, come il tiramisù, le nostre crostate e torte fatte in casa, ma soprattutto, la granita di caffè con la panna! E tu cosa scegli? La granita by Ruggero”, adatta a chi non ha paura di esagerare, oppure la “Coppa Ileana”, più minuta e leggera? Intanto, ti aspettiamo nella nostra osteria, per farti assaporare i diversi piatti della tradizione romana e non solo! E ricorda, ogni dolce romano è una piccola storia di sapori e cultura.

La Carbonara: il gusto della tradizione popolare romana

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Questo articolo celebra la Carbonara, uno dei piatti più amati della cucina romana. Tutti quanti ormai la conosciamo, dalla sua versione più classica a quelle più alternative contemporanee. La Carbonara è una vera e propria tradizione con la sua combinazione di guanciale croccante, uova fresche, pecorino romano e pepe nero tostato. La Carbonara è un piatto conviviale, che scalda gli animi delle persone, perfetto per essere condiviso con chi si ama.  Le origini della Carbonara: una storia controversa Le origini della Carbonara sono avvolte nel mistero e nella controversia, con diverse teorie che cercano di spiegare l’origine di questo piatto iconico. C’è chi afferma fra le varie leggende che la Carbonara abbia avuto origine durante la Seconda Guerra Mondiale, quando i soldati americani, dopo aver incontrato la generosità degli italiani, abbiano introdotto la pasta con uova e pancetta come piatto di conforto. Altri invece affermano che, come evidenzia il nome, deriverebbe dai carbonari laziali che in passato lavoravano sugli Appennini trasformando la legna in carbone e per sfamarsi consumavano piatti a base di “cacio e ova”, conditi con lardo e guanciale. Gli ingredienti chiave: semplicità e qualità Proprio perché è un piatto composto da pochi semplici ingredienti, è importante che siano di ottima qualità. I componenti fondamentali di una carbonara autentica includono il guanciale, un taglio di carne di maiale dalla guancia, che viene affettato a listarelle e poi cotto fino a diventare croccante e dorato. Le uova fresche sono un altro elemento essenziale, insieme al pecorino romano, che conferisce al piatto quel sapore unico e ricco di cui è famoso. Infine, non può mancare il pepe nero tostato, che aggiunge quel tocco di calore e aromaticità che completa il piatto. La preparazione tradizionale: semplice ma gustosa La preparazione della Carbonara è sorprendentemente semplice, ma richiede una certa maestria per ottenere il risultato perfetto. In una padella, il guanciale viene rosolato fino a renderlo croccante e dorato, mentre contemporaneamente la pasta viene cotta fino a raggiungere la consistenza desiderata. Le uova, in particolare il tuorlo, vengono poi sbattute insieme al pecorino romano e al pepe nero, formando una consistenza densa e cremosa. Appena la pasta è pronta, viene scolata e aggiunta alla padella con il guanciale, dove viene mescolata con la crema di uova e pecorino fino a quando ogni filo di pasta non è avvolto in una copertura cremosa e irresistibile. Variazioni moderne: creatività e innovazione Mentre la Carbonara tradizionale rimane un pilastro della cucina italiana, ci sono molte variazioni moderne che aggiungono un tocco di creatività e innovazione al piatto. Alcuni chef aggiungono ingredienti come piselli freschi, funghi porcini o zafferano per dare un twist unico alla Carbonara classica. Altri optano per una presentazione più elegante, servendo la pasta in una cialda di parmigiano croccante o arricchendo il piatto con tartufo nero fresco. Queste variazioni moderne esplorano nuove frontiere culinarie e soddisfano i palati più esigenti, ma comunque mantenendo viva l’essenza della Carbonara tradizionale. Questo piatto così iconico negli ultimi anni ha acquisito anche una sua ricorrenza, il Carbonara Day, celebrata ogni anno il 6 aprile. Durante il Carbonara Day, chef, ristoranti e appassionati di cucina condividono ricette, consigli e storie legate a questo piatto. Un inno alla cucina tradizionale romana In conclusione, la Carbonara è molto più di un semplice piatto di pasta; è un inno alla cucina romana, un tributo alla sua tradizione e al suo spirito innovativo.  Buon appetito! Prenota ora! Ti aspettiamo nel nostro locale.

Viaggio gastronomico a Roma: dalle case borghesi alle dimore popolari

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Il cibo in Italia ed in particolar modo a Roma è stato sempre testimonianza e conseguenza di un passato e una tradizione. La maggior parte dei piatti e delle ricette non si limitano semplicemente ad essere tali, essi ci raccontano una storia di popolazioni e periodi storici che sono fortemente legati alle nostre origini.  A casa della ricca borghesia  La ricca borghesia romana dell’antichità era solita consumare pasti sontuosi e ricchi di prelibatezze. I loro banchetti erano vere e proprie cerimonie, spesso accompagnate da intrattenimenti come musica e danze. I nobili romani godevano di una grande varietà di cibi, tra cui carne pregiata, pesce fresco, frutta esotica e prelibatezze provenienti da tutte le parti dell’Impero. Le portate principali consistevano in carne o pesce: aragoste, ostriche, pollo, lepre, vitello o maiale. Il consumo di insaccati era enorme ed apprezzata era la carne di volatili, da cortile e da voliera. La Faraona alla Cardinalizia: capolavoro rinascimentale della cucina romana L’aristocrazia romana e il clero all’epoca rappresentavano la parte più ricca e importante della popolazione e quindi un certo tipo di cucina era destinato a una ristretta cerchia di persone. Da queste esigenze nascono piatti come la Faraona alla Cardinalizia. Si tratta di una ricetta rinascimentale molto lunga e complessa composta da una base aromatica di sedano, carote, cipolle, porro e scalogno che conferisce profondità al gusto, mentre carni di maiale, vitello e pollame marinano per 24 ore in un mix di aromi, vino rosso, aceto e liquore di pere o mele. Il ripieno, ricco di castagne tostate, albicocche, prugne secche, pistacchi e parmigiano, esalta i sapori delle carni, cui si aggiungono elementi come foie gras, lardo bianco, prosciutto crudo e guanciale. Una crema di senape e miele avvolge tutto, mentre melograno, pizzutello, ribes e arance aggiungono freschezza. Le ossa tostate al forno creano una salsa di accompagnamento che esalta i sapori di questo capolavoro culinario. Tradizioni culinarie popolari Al contrario quindi, tutto ciò che era considerato “scarto” per l’illustre borghesia, come le famose “frattaglie”, diventava pane quotidiano per i più poveri. Questo però non vuol dire che non sapessero esaltare al meglio il gusto delle materie prime che riuscivano a reperire. Tutti conosciamo i principali primi della tradizione romana come carbonara, amatriciana e gricia ma in un pasto tradizionale romano che si rispetti, i secondi della tradizione popolare ne fanno da padrone. Tradizioni culinarie popolari che puoi trovare nel nostro menù: Trippa alla Romana Punto cardine di una cucina povera, considerata all’epoca il “quinto quarto” ossia lo scarto dato che i quarti migliori erano destinati alla borghesia.  Attualmente, la trippa alla romana costituisce un pilastro della cucina tradizionale romana, e la sua preparazione richiede l’uso di ingredienti distintivi come la passata di pomodoro, la mentuccia fresca e una generosa spruzzata di pecorino romano grattugiato. Questa ricetta è tanto celebre quanto amata, e ha trovato apprezzamento anche tra personaggi di spicco, tra cui la carismatica Sora Lella.  Saltimbocca alla Romana Si dice che il Saltimbocca alla Romana sia nato come piatto tipico della cucina dei fori romani, preparato per i lavoratori e i mercanti che frequentavano la zona. Probabilmente, come allude il suo nome “saltare in bocca”, erano consumati facilmente da persone che volevano nutrirsi con gusto e in maniera veloce. La ricetta tradizionale del Saltimbocca alla Romana prevede sottili fettine di vitello avvolte con una foglia di salvia e una fetta di prosciutto crudo, tenute insieme da uno stecchino e infarinate. Successivamente, vengono rosolate in padella con burro e olio d’oliva e sfumate con del vino bianco. Carciofo alla Romana Il Carciofo alla Romana è un piatto tradizionale della cucina romana, noto per la sua semplicità e il suo sapore unico. Questa ricetta è un’icona della gastronomia romana e ha radici antiche che risalgono a secoli fa. Per preparare il Carciofo alla Romana, si utilizza un carciofo fresco e giovane, che viene pulito e privato delle foglie esterne più dure. Successivamente, il cuore del carciofo viene riempito con un mix di prezzemolo tritato, aglio, mentuccia, pepe nero e pangrattato, arricchito con olio d’oliva extravergine. Una volta preparati, i carciofi vengono cotti al vapore o bolliti fino a quando non diventano morbidi. La bellezza del Carciofo alla Romana sta nel suo essere versatile infatti può essere gustato come antipasto, contorno o anche come piatto principale leggero. Un patrimonio culinario da preservare e celebrare La cucina romana è molto più di una semplice esperienza culinaria; è un viaggio attraverso la storia, la cultura e le tradizioni di una delle città più affascinanti del mondo. Dall’antica Roma ai giorni nostri, i piatti romani hanno mantenuto intatto il loro fascino e il loro appeal, continuando a conquistare il palato di chiunque si avventuri nei vicoli e nelle piazze della città eterna. Che tu stia gustando una carbonara tradizionale o una reinterpretazione moderna di un classico, ogni morso è un omaggio alla ricchezza e alla diversità della cucina romana, un patrimonio culinario da preservare e celebrare per le generazioni a venire. Quindi, quando sarai a Roma, assicurati di immergerti completamente nell’esperienza gastronomica, scoprendo i sapori autentici che hanno reso famosa questa città nel corso dei secoli. Cosa stai aspettando? Vieni a trovarci, Prenota ora!

La cucina tipica delle nonne

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Chi di noi non ha dei ricordi associati a odori e sapori della cucina capaci di riportarlo indietro di alcuni anni? Queste immagini, che la nostra memoria custodisce, sono evocate da stimoli che rimandano a memorie uniche legate alle nostre famiglie: il profumo del ragù la domenica mattina, il sapore della pasta fatta a mano, la scia di una crostata di frutta. Tutti questi elementi rimandano a un patrimonio insostituibile: la cucina della nonna. Quest’ultima, rappresenta infatti, un insieme di ricette e tradizioni che nelle famiglie di ogni regione vengono tramandate e custodite, costituendo un ponte tra le generazioni. Materie prime semplici e genuine I piatti che compongono questa cucina sono semplici e le materie prime sono state sempre costituite da prodotti che la terra offriva a chilometro zero e che tutte le famiglie avevano a disposizione nel piccolo o grande orto. Le nonne utilizzavano prodotti freschi, seguendo la stagionalità e preparati con metodi tradizionali di conservazione. Non si era soliti recarsi dai macellai e si prediligevano animali da cortile oppure la carne la si prendeva da allevatori vicini, se non si allevavano  animali direttamente in casa. La pasta fatta in casa: un’arte antica Per noi italiani la pasta è sinonimo di famiglia e tradizione. La pasta fatta in casa è uno dei simboli più emblematici della cucina delle nonne e rappresenta un’arte culinaria che richiede abilità e passione. Partendo da due semplici ingredienti, farina e uova, veniva creato l’impasto poi modellato con il matterello su un piano di legno. Questo era svolto fino alla creazione di una sottile sfoglia tagliata a mano in molteplici formati a seconda della tradizione di ogni regione: tagliatelle, tagliolini, lasagne, ravioli, tortellini, pizzoccheri, bigoli, tonnarelli, fusilli e cavatelli. Il sapore dei sughi della tradizione Accanto alla pasta fatta in casa, i sughi della tradizione sono un altro pilastro della cucina delle nonne. Dal ragù alla bolognese preparato con carne tritata mista in un soffritto di sedano, carota e cipolla, alla salsa di pomodoro fresco, i sughi delle nonne sono fatti con ingredienti semplici e genuini, che vengono lentamente cotti per ore fino a raggiungere la perfetta consistenza e il massimo sapore. La tradizione delle polpette al sugo Piatto immancabile della domenica dalla nonna sono le polpette al sugo. Nasce come un piatto povero, in quanto veniva preparato con i resti della carne avanzata, poi impastata con uova, erbe aromatiche e pane raffermo. Secondo la tradizione, le polpette al sugo venivano preparate con il ragù della domenica e dopo essere state fritte, erano ulteriormente cotte nel sugo di pomodoro. Ogni regione ha poi trovato la sua declinazione di questo piatto tradizionale. A Roma, le polpette, sono protagoniste indiscusse della tavola e sono collegate tradizionalmente al martedì per il riutilizzo della carne lessa avanzata dal lunedì, giorno in cui si cucinava il brodo e il bollito. La carne veniva tritata e insaporita con pane raffermo, formaggio e spezie e poi cotte nel sugo. Quello che rende davvero unica la cucina delle nonne è la dedizione: il tempo trascorso ai fornelli, mescolando con cura gli ingredienti, regolando le fiamme e assaggiando con attenzione per garantire che ogni piatto sia perfetto. Questo risulta un vero e proprio gesto d’amore, un viaggio nei sapori autentici di tutte le nonne italiane, accomunate dalla capacità di trasportarti in un mondo di gusto, calore e gioia con ogni boccone. Mentre gustiamo un piatto preparato dalle nostre nonne, celebriamo l’eredità culinaria che ci è stata donata e che continueremo a tramandare alle generazioni future, affinchè possano godere dei sapori autentici per sempre. Per riscoprire i sapori tradizionali, vi aspettiamo nel nostro ristorante. Prenotate ora!