Le verdure di marzo

La primavera è in arrivo e con essa una piacevole aria di cambiamento, che si riflette anche nella scelta delle materie prime. In questo articolo andremo a vedere quali sono le verdure di Marzo e in che modo possono essere usate in cucina. Carciofi Popolari nella cucina romana, i carciofi sono tra i protagonisti assoluti di questa stagione. Con il loro gusto inconfondibile, possiedono molti effetti benefici per diverse aree del corpo umano. Sono infatti ricchi di fibre e contribuiscono alla regolarità intestinale favorendo la digestione. In aggiunta contengono potassio, sostengono la salute cardiovascolare e rafforzano il sistema immunitario grazie alla presenza di vitamina A, B e C e K. Versatili e gustosi li troviamo in tante ricette e a Roma non si può non provare la loro celebre variante “alla Giudia” la quale prevede una croccante frittura, che li rende perfetti sia come antipasto che come contorno o secondo di verdura. Per scoprire di più sull’importanza di questa verdura nella tradizione romana leggi il nostro articolo dedicato! Asparagi Ricchi d’acqua, vitamine A, C e E e sali minerali, poveri di grassi e privi di colesterolo, gli asparagi si fanno spazio in primavera, pronti più che mai a rendere gustosissime molte delle vostre pietanze. Così come i loro cugini carciofi, sono un alimento da introdurre nella propria dieta per i numerosi benefici che sono in grado di apportare alla vostra salute. Come anticipato poc’anzi, questa verdura ha un importante potere diuretico che la rende particolarmente consigliabili per chi soffre di pressione alta e problemi di cuore; inoltre è molto importante per la salute dei muscoli e contribuisce a contrastare la formazione di cellulite. A Roma gli asparagi sono un ingrediente essenziale per la corretta riuscita della Vignarola Romana: si tratta di un tipico piatto a base di ortaggi freschi tra cui troviamo anche i già citati carciofi, insieme a fave, piselli e lattuga romana. Per gli amanti dei sapori forti è possibile arricchirla con del guanciale e una sfumata di vino. Questa ricetta è perfetta come contorno, secondo o si presta bene anche come un valido condimento per la pasta. Verdure amare Tra le verdure di stagione troviamo anche quelle amare, come la cicoria o le puntarelle. Queste portano con sé una notevole quantità di proprietà benefiche: sono utili per la regolazione delle quantità di zucchero nel sangue, nella digestione e contro la stitichezza, essenziali per il corretto funzionamento del fegato, rafforzano il sistema immunitario e sono ricche di vitamine, minerali e antiossidanti. Ma come si comportano in cucina? Le verdure amare primaverili sono ideali come contorno, leggermente ripassate in padella o alla griglia con un goccio d’olio in grado di esaltare il loro gusto unico e pungente, ma è possibile trovarle in molte ricette o in abbinamento ad altre materie prime come accade con le acciughe nel caso della tipica insalata romana di puntarelle. Vi aspettiamo tutti i giorni al Ragno D’Oro dove potrai gustare alcune di queste ricette che ogni giorno prepariamo con tutto l’amore e la cura prevista dalla tradizionale cucina romana. Contattaci subito per prenotare il tuo tavolo!
Il Carnevale nella tradizione romana

Ci troviamo adesso nel periodo più allegro dell’anno con maschere, festoni e coriandoli che popolano le piazze e le riempiono di colori, mentre dei piatti golosissimi riempiono le tavole degli italiani. In questo articolo parleremo del Carnevale nella tradizione culinaria romana, tenetevi pronti per dolci a volontà con frappe, castagnole e ravioli! Le frappe Fritte o al forno, le frappe sono delle croccanti strisce dorate, ricoperte da zucchero a velo. Potete trovarle sia semplici che aromatizzate alla vaniglia o a liquori di vario tipo e ricoperte di cioccolato per i più golosi. Vengono oggi considerate le discendenti delle antichissime frictilia romane, dei dolci tipici fritti nel grasso di maiale, i quali venivano distribuiti in strada in occasione delle Saturnali in cui si celebravano la gola e l’abbondanza della terra. Le castagnole Anche loro disponibili sia nella versione fritta che in una variante più leggera al forno, le castagnole sono il dolce per eccellenza quando si parla di Carnevale romano. La loro forma ricorda le castagne e da qui prendono il loro nome, si tratta però di palline di pasta cotta e ricoperta di zucchero semolato. Ce ne sono per tutti i gusti, infatti potete gustarle semplici o ripiene di crema pasticcera, ricotta o cioccolato. I ravioli Ultimi, ma non per bontà, troviamo i ravioli. Simili per forma alla celebre pasta, ma non fatevi ingannare: si tratta di veri e propri dolci! Fritti o al forno, il loro forte è il ripieno che nelle versioni più tradizionali prevede il cioccolato, la ricotta o persino la cannella, anche se ad oggi sono presenti tantissime varianti, come al gusto crema pasticcera o confetture di frutta. Adesso che vi abbiamo parlato di queste leccornie, non perdete tempo e correte a gustarle finché sono disponibili! Per un tuffo nella tradizione della cucina romana, vi aspettiamo tutti i giorni al Ragno D’Oro in Via Silla 26, 00192 Roma. Chiamaci al 06 321 2362 per prenotare un tavolo o usa il form sul nostro sito.
Giubileo 2025: Roma si rinnova per accogliere il mondo

Con l’avvicinarsi del Giubileo 2025, Roma ha intrapreso una trasformazione per accogliere i milioni di pellegrini e turisti attesi. Lavori di riqualificazione urbana sono stati completati in diverse aree strategiche della città, rendendo la Capitale più vivibile, accessibile e sostenibile. Tra gli interventi più significativi vi sono la pedonalizzazione di Via Ottaviano e Piazza Risorgimento, che ora offrono ampi spazi per passeggiare, nuove aree verdi e arredi urbani moderni. Inoltre, Piazza Pia è stata trasformata in una vasta piazza pedonale che connette Castel Sant’Angelo a San Pietro, regalando ai visitatori un ambiente di straordinaria bellezza storica e architettonica. La città ha migliorato anche i trasporti pubblici e l’accessibilità pedonale con nuovi marciapiedi e infrastrutture per abbattere le barriere architettoniche, promuovendo una mobilità sostenibile. Questi interventi fanno parte di un progetto più ampio che punta a valorizzare il patrimonio storico e culturale di Roma, integrandolo con esigenze moderne di vivibilità e sostenibilità. L’Osteria Ragno d’Oro nel cuore del rinnovato quartiere Prati Nel cuore del quartiere Prati, a pochi passi da Via Ottaviano e da San Pietro, l’Osteria Ragno d’Oro è il luogo ideale per immergersi nei sapori della tradizione romana prima o dopo una passeggiata tra le opere della città. La nostra struttura offre un’atmosfera calorosa e accogliente, perfetta per famiglie, gruppi di amici o turisti che desiderano assaporare piatti iconici della cucina locale, come l’amatriciana, i saltimbocca alla romana e tante altre specialità. Grazie alla posizione strategica, l’osteria è facilmente raggiungibile da turisti e romani che vogliono godere della vivacità di un quartiere, ora più bello che mai. Il nostro staff è pronto a farvi sentire a casa, con un servizio attento e piatti che celebrano la cucina romana in tutta la sua autenticità. Passate a trovarci in Via Silla 26, oppure prenotate al numero 06 321 2362. Vi aspettiamo per vivere insieme un’esperienza gastronomica indimenticabile, nel cuore della Roma del Giubileo 2025!
Piatti natalizi romani: come trovarli nella tradizione

Il Natale si avvicina e come ogni anno è buona tradizione passare questi momenti in famiglia, davanti ad una grande tavola apparecchiata a dovere, circondati da tombole, risate e parenti. A Roma c’è una lunga tradizione di prelibatezze culinarie che proprio non possono mancare e, sebbene ormai esistano molte rivisitazioni, queste origini mantengono salde le loro radici in ancora molte abitazioni. In questo articolo vi parleremo degli inimitabili piatti natalizi romani, preparatevi ad avere l’acquolina in bocca! Il cenone della Vigilia Come da tradizione, la carne è abolita il 24 Dicembre, ma non temete: per l’occasione la cucina romana prevede comunque degli ottimi piatti a base sia di pesce che di verdure. Partendo con gli antipasti non può di certo mancare la frittura, solitamente di broccoli e carciofi, elementi presenti in ogni declinazione nei piatti romani, mentre per il pesce troviamo la frittura di calamari e talvolta anche di gamberi (spesso presentata anche come secondo piatto) e la frittura di baccalà. Un piatto tipico e immancabile è poi il brodo di arzilla con pasta e broccoli: un pesce non così frequentemente usato ma che è tuttavia molto apprezzato in questo pasto così caldo, corposo e gustoso, in grado di mettere d’accordo grandi e piccini. Segue poi come primo un bel piatto di spaghetti alle vongole veraci. Come contorno invece vediamo protagonista l’insalata di puntarelle con condimento di aglio, olio e filetti di acciuga i quali rendono questa verdura particolarmente apprezzata e adatta all’accompagnamento dei piatti sopracitati, o per chi ha ancora spazio per qualcosa di meno leggero anche broccoletti e cicoria ripassati rimangono sempre un’ottima opzione. Il pranzo di Natale C’è solamente una portata che può aprire le danze del pranzo del 25 Dicembre: la stracciatella. Non di certo un gusto di gelato, si tratta altresì di un brodo di carne (solitamente gallina) con uovo sbattuto, pepe, sale, parmigiano, noce moscata e scorza di limone in grado di attribuirgli un sapore unico e speziato. Tra i primi troviamo invece i cannelloni al forno con ripieno di carne o ricotta e spinaci a seconda dei gusti, lasagne o fettuccine all’uovo, rigorosamente fatte in casa, con ragù di carne. Un secondo piatto che non può assolutamente mancare sono le costolette di abbacchio fritte, o in alternativa per chi vuole diminuire la quantità di cibi fritti, l’abbacchio allo scottadito con contorno di patate al forno. I dolci natalizi Pensavate fosse finita qui? Chiaramente no e non potevamo di certo tralasciare i dolci. Tra i più antichi troviamo il pangiallo, che trova le sue origini nell’Antica Roma e più precisamente durante l’età imperiale, ottenuto tramite l’impasto di frutta secca, miele e cedro candito, scorza di arancia e limone, sottoposto poi a cottura e ricoperto da uno strato di pastella. C’è poi similmente il panpepato, composto anch’esso da frutta secca, arancia e aggiunta di cacao o per gli amanti dei biscotti secchi i tozzetti romani, simili ai cantucci, composti da frutta secca e spezie varie come la cannella. Il Natale senza del buon cibo in tavola non è sicuramente la stessa cosa, avere la possibilità di gustare queste prelibatezze circondati dal calore degli affetti è ciò che contribuisce a rendere questa festa così magica. Speriamo di avervi ispirato con questi piatti natalizi romani! Vi aspettiamo al Ragno d’Oro!
Il ragù di carne: dove trovarlo nei piatti della cucina romana

Il ragù di carne è certamente uno dei piatti più amati della tradizione culinaria italiana, facilmente associabile al tepore di una casa e un pranzo domenicale in famiglia. Da quello bolognese, a quello napoletano, ad ancora quello pugliese, sono tante le varianti regionali che tuttavia ne conservano sempre il fulcro, composto da carne cotta per molte ore nella passata di pomodoro. Le origini L’etimologia del termine nasce dal francese ragoût, che sta a indicare una pietanza medievale di carne stufata, usata in origine come accompagnamento ad altri piatti. Portato in Italia già intorno al 1300 con la proclamazione del Papa da Avignone al Vaticano, il piatto è stato successivamente assimilato e rivisitato fino alla ricetta a noi oggi nota, diventando principalmente un condimento per diversi tipi di pasta. La prima variante è stata quella napoletana, avvenuta nel 1773 ad opera di Vincenzo Corrado, che tuttavia risentiva ancora dell’influenza francese, rendendolo più simile a uno spezzatino o brasato; motivo per cui la vera origine di quanto oggi ci è familiare si attribuisce alla versione bolognese del 1891, ufficializzata dalla prima ricetta scritta da Pellegrino Artusi che prevedeva ingredienti come: carne di vitello, sedano, cipolla, carota, pancetta di maiale, aggiunta di brodo in cottura e alle volte il latte. Solamente nel primo decennio del ‘900 siamo tuttavia arrivati all’attuale ricetta con l’introduzione della passata di pomodoro come ingrediente essenziale, sfumatura di vino e la sostituzione dei maccheroni con le tagliatelle. Il ragù nella cucina romana Ad oggi quasi ogni regione della penisola vanta le sue rivisitazioni e diverse applicazioni dell’iconico ragù e la nostra amata capitale non è di certo da meno. In questo articolo vi parleremo di tre pietanze romane che rendono omaggio al ragù di carne in modo decisamente originale e fedele alla tradizione. Rigatoni al sugo di coda di vaccinara In origine un piatto povero e popolare, oggi la coda alla vaccinara fa parte a tutti gli effetti della tradizione romana più tipica ed è qualcosa che va assolutamente provato se ci si vuole immergere realmente nei sapori della tradizione. Similmente al classico ragù, affinché acquisisca morbidezza, la carne di coda si lascia cuocere in una passata di pomodoro speziata con ingredienti come il sedano e i chiodi di garofano, per circa sei ore. L’accompagnamento ai rigatoni è perfetto, poiché questa tipica tipologia di pasta romana è particolarmente adatta ad accogliere condimenti densi e corposi e per finire si usa una spolverata di pecorino dal sapore intenso e pungente. Lasagna alla romana Anche lei perfetta per un pranzo domenicale in famiglia, vi sveliamo tuttavia che non esiste un solo modo per preparare la lasagna, poiché a Roma esiste una ricetta tutta tipica (ed è comunque buonissima). Dimenticatevi della besciamella, in questa ricetta è la mozzarella a prendere il suo posto e il sugo risulta più ricco di pomodoro, mentre il ragù di carne rimane uno degli elementi chiave per rendere questo piatto una vera prelibatezza, composto da: carne macinata, cipolla, sedano, carota, passata di pomodoro, olio e sale. Supplì Da non scambiare con le arancine, il supplì romano è un’iconica polpettina di riso dalla forma allungata e fritta, un perfetto street food o antipasto. Anche in questo caso il suo nome prende origine da surprise, termine spesso esclamato dai soldati francesi di occupazione Napoleonica di fine 700, i quali dopo il primo morso rimasero ammaliati dalla scoperta del contenuto filante, nascosto dalla croccante panatura esterna: composto da riso per l’appunto, mozzarella e chiaramente il nostro protagonista ragù di carne. Immergiti nella tradizione Se ti abbiamo incuriosito con queste prelibatezze della tradizione allora ti invitiamo a provare alcuni di questi piatti, e molti altri, al Ragno D’Oro in Via Silla, 26 (RM). Contattaci subito per prenotare il tuo tavolo!
L’estate di San Martino: tra tradizione e gusto

Ogni anno, l’11 novembre, Roma celebra una tradizione che affonda le radici nel passato: quella della vendemmia e del vino novello, che proprio in questa data inizia a essere stappato e condiviso nelle osterie della città. La festa di San Martino, patrono dei contadini e dei vinai, non è solo una ricorrenza religiosa, ma anche un’occasione per godere della bellezza della città in un quadro autunnale in cui si intrecciano tradizione, buon cibo e un inaspettato tepore fuori stagione. Con un cielo azzurro, il termometro che sfiora i 20 gradi e l’odore invitante di caldarroste per le vie della capitale, i romani si apprestano a godersi al meglio il bel tempo prima dell’arrivo del freddo. Perchè viene definita “L’estate di San Martino”? «L’estate di San Martino dura tre giorni e un pochinino» Tra le storie più celebri della figura del santo, indubbiamente si ricorda quella de “l’estate di San Martino”. Secondo la leggenda, San Martino stava viaggiando attraverso la Gallia durante una giornata particolarmente fredda e tempestosa. Mentre si trovava nei pressi della città di Amiens, incontrò un mendicante tremante dal freddo. Vedendo la sua sofferenza, Martino, che all’epoca era un soldato romano, decise di strappare metà del suo mantello per coprire il povero uomo. Questo gesto di generosità improvvisa, cambiò la sorte di entrambi: subito dopo aver condiviso il mantello con il mendicante, la tempesta si placò, la pioggia cessò e il cielo si schiarì, facendo posto a un raggio di sole che riscaldò l’ambiente. L’11 novembre, così, è simbolicamente connesso alla gioia di un’ultima festa prima dell’arrivo dell’inverno che segna la fine di un ciclo. Le sagre, le fiere e le celebrazioni in onore di San Martino sono momenti di condivisione, legati a un clima favorevole che invoglia la partecipazione alle attività all’aperto. Cosa fare a Roma «A San Martino ogni mosto diventa vino» Una visita al Vaticano può essere il punto culminante di una giornata alla scoperta di Roma. Dopo aver ammirato la maestosità di San Pietro, puoi passeggiare lungo le strade del Borgo e immergerti nella Roma papalina, ricca di storia e tradizioni secolari. Se San Pietro è la spiritualità, i Musei Vaticani sono la ricchezza artistica. Con una delle collezioni d’arte più prestigiose del mondo, i musei ospitano opere che spaziano dall’arte antica alla rinascimentale, dai reperti egizi alle sculture romane. I sapori autentici sono parte integrante del viaggio: nel cuore della nostra osteria, ogni piatto racconta la storia di Roma, ma l’esperienza diventa ancora più ricca quando i piatti sono accompagnati dai vini locali che esaltano ogni singola portata. Quale miglior modo per celebrare la festa di San Martino? Ti invitiamo a scoprire la nostra carta dei vini, perfetti per accompagnare i piatti tipici della nostra tradizione. Il vino non è solo una bevanda, ma un viaggio che completa e arricchisce ogni specialità! Vieni a trovarci, prenota il tuo tavolo e rendi la tua giornata memorabile!